La differenza fra Nutrirsi e Mangiare. Monica Germani.
Il corpo per funzionare, crescere e mantenersi sano, ha bisogno di nutrimento. Nutrire il corpo è necessario. E’ ciò che ci richiede obbligatoriamente il corpo. Mangiare, lo richiede solo la mente, ed è un più, non necessario.
Quando il corpo è sazio e nutrito non richiede altro. E’ sempre la mente a cercare altro.
La mente è spinta dal desiderio, non dalla necessità. Ancora qui una volta, si fa avanti l’aspetto culturale del cibo. Non si sta negando il piacere della tavola, che è sempre esistito. Si sta affermando che oggi, tranne gli atleti, gli sportivi professionisti e pochi altri, la maggior parte delle persone non pensa a nutrirsi, ma mangia senza scopo di funzione.
O meglio, lo scopo è prettamente edonistico, ossia legato al piacere che il cibo ci dà.
La gran parte delle persone quindi, mangia quotidianamente solo per piacere, perché ha questo assunto culturale di base: cibo = piacere. Pasto = Pausa di piacere.
Ricerchiamo quindi i cibi che danno gratificazione immediata a questo desiderio di piacere, e non i cibi necessari al corpo. Cerchiamo ciò che gratifica il desiderio della mente, e non le necessità del corpo.
Come i bambini che mangerebbero sempre cibi zuccherini scansando le verdure.
La passione per un piacere inoltre, molto spesso sfocia nel non conoscere limiti nella ricerca del piacere. Questo nel medio periodo porta a disfunzioni abitudinarie nel rapporto fra individuo e cibo, che alla lunga si cronicizzano manifestandosi clinicamente crescendo con l’età.
Nel mondo d’oggi pochi nutrono il corpo, la maggioranza mangia per i desideri della mente.
Perché è accaduto questo travisamento della funzione del cibo nella nostra epoca e nelle nostre vite?
L’insieme di questi fattori determina lo stato nutrizionale della nostra epoca, ma è l’ultimo punto, a creare le maggiori disfunzionalità nella popolazione.
Apprendiamo desideri e abitudini socialmente. Qualsiasi attività noi possiamo fare, siamo continuamente sollecitati da pubblicità che ci invitano a provare, gustare, assaggiare l’ultimo ritrovato dei desideri. Un bombardamento di stimoli continui sul cibo, che attraversa ogni canale e che con i social network si è amplificato. Da cui nessuno è immune. Canali a cui si accede sempre più giovani. In cui si apprendono rappresentazioni e non la realtà.
Siamo nell’epoca del “food porn”, dell’ostentazione alimentare, dell’emulazione di abitudini non sane, delle challenge uomo contro il cibo, delle bistecche con sfoglie dorate, delle mode dell’eccesso e di tutto ciò che è perfettamente inutile alla nutrizione.
Tutto il mondo che ci circonda ci comunica “mangia per piacere o golosità”, e ce lo fa apparire come “soddisfare un desiderio naturale”, stimolandoci in continuazione e senza sosta.
“Mangiare” diviene quindi, per disparità dei mezzi utilizzati, l’approccio che il mercato produttivo ha imposto e impone al consumatore. Che è incitato a consumare sempre di più per aumentare i fatturati aziendali a discapito della propria salute. L’evoluzione più avanzata di questo mercato, è il livello di obesità raggiunto nel mercato americano. L’atto del mangiare è divenuto per la maggioranza della popolazione occidentale e dei modelli culturali proposti, un atto di consumo edonistico.
Ancora una volta è la cultura che crea la falsa credenza e il falso bisogno, che si traduce in un’abitudine errata, che crea la disfunzione che si cronicizza, portando alla lunga il danno. Alla base vi sono sempre assunti culturali non funzionali e non naturali, ma indotti socialmente, appresi dall’esterno in base agli stimoli ricevuti. Ancora una volta, è la cultura a determinare il processo.